Seduta sulla riva osservo il mare.
Quel mare infausto che portò via il figlio di Padron 'Ntoni. Quel mare bello che si infrange sulle rocce bagnando i miei fogli. Scrivo a mano, riscopro questo piacere. Piegata in 2 su questo foglio ricavato, alzo la testa e vedo il mare. Aperto. Dopo quegli scogli laggiù non c'è più terra, solo il mare. Azzurro, immenso, si perde all'orizzonte e tra poco si confonderà col cielo in un crepuscolo rosa e argento.
E intanto penso a questo mare cantato dai poeti e dagli scrittori. A questo mare cattivo che mi fa paura. A questo mare subdolo che mi incanta col suo sciabordio.
Più ti guardo e più ti amo, mare. So che mi mancherai tutto l'inverno. Lasciarti è sempre una pena. Io, nata e vissuta lontano dal mare, vorrei ogni giorno perdere lo sguardo tra le onde all'infinito. Mi riempio gli occhi di questo azzurro, mi riempio l'anima della pace e della calma che solo guardarti mi sa dare. E spero di portarne un po' nel cuore, per affrontare l'inverno senza di te, mare.
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