31 agosto 2010

E tu.

Tu con quegli occhi tristi su un volto allegro,
tu che hai i capelli bianchi a quarant'anni,
tu che non mi guardi perché ti vergogni,
tu che una volta hai fatto una scelta, e ora forse te ne penti.
Tu, che hai sempre pensato a te stesso,
e sei quello che ha sofferto di più.
Sì, tu che non hai capito di cosa avevi bisogno,
e sei andato avanti per inerzia.
Tu che mi racconti di tempi lontani,
perché del presente non c'è niente da raccontare.
Tu che sei circondato ogni giorno da un sacco di persone,
eppure ti senti solo.
Tu che non hai ancora comprato una casa,
perché non sai dove vuoi stare.
Tu sei seduto qui davanti a me e mi racconti la tua vita...
E io non so cosa rispondere, perché io quello che hai vissuto tu,
non lo so.
E tu mi parli di naufragi perché ti senti naufragare,
portato alla deriva da una vita di scelte sbagliate,
ma non è finita.
Io vorrei dirti che c'è ancora tempo per cambiare,
ma tu scappi, davanti a me, come hai fatto per tutta la vita.

25 agosto 2010

Il mare

Seduta sulla riva osservo il mare.
Quel mare infausto che portò via il figlio di Padron 'Ntoni. Quel mare bello che si infrange sulle rocce bagnando i miei fogli. Scrivo a mano, riscopro questo piacere. Piegata in 2 su questo foglio ricavato, alzo la testa e vedo il mare. Aperto. Dopo quegli scogli laggiù non c'è più terra, solo il mare. Azzurro, immenso, si perde all'orizzonte e tra poco si confonderà col cielo in un crepuscolo rosa e argento.
E intanto penso a questo mare cantato dai poeti e dagli scrittori. A questo mare cattivo che mi fa paura. A questo mare subdolo che mi incanta col suo sciabordio.
Più ti guardo e più ti amo, mare. So che mi mancherai tutto l'inverno. Lasciarti è sempre una pena. Io, nata e vissuta lontano dal mare, vorrei ogni giorno perdere lo sguardo tra le onde all'infinito. Mi riempio gli occhi di questo azzurro, mi riempio l'anima della pace e della calma che solo guardarti mi sa dare. E spero di portarne un po' nel cuore, per affrontare l'inverno senza di te, mare.