27 gennaio 2009

c'era un ciliegio

C'era un ciliegio nella strada che dall'aia portava al bosco... un ciliegio grande, enorme, profumato. Su quel ciliegio nel greppo crescevano delle ciliegie cattivissime, aspre e piccoline. Eppure lui, il ciliegio, non se ne interessava: cresceva grande e forte e fiero si ergeva con le fronde al vento. Noi bambini andavamo sempre a vederlo. In ogni stagione stava lì, senza piegare i rami, a guardarci dall'alto delle sue chiome e a proteggerci. Io amavo quel ciliegio dai frutti aspri e quasi incolori, perché era bello, anzi bellissimo. E mi piaceva raccogliere le ciliegie e pensare che le faceva un po' anche per noi, perciò era nostro dovere mangiarle per farlo felice. Sembrava sorridere. Un giorno non ce l'ho trovato più e mi sono sempre chiesta perché. Nessuno mi ha mai spiegato perché sia stato abbattuto, ma un motivo doveva pur esserci, mi sono detta. Così da allora ogni volta che passo di lì penso a lui e a quante cose sono cambiate...
Si può dimenticare, non è facile, ma è possibile. Però quando dimentichi in realtà il ricordo non sparisce, non si disintegra, ma lo accantoni solo in un angolo della mente, perché non vuoi più vedertelo davanti. E poi un giorno, all'improvviso, in un momento che non c'entra niente, eccolo lì che riaffora, nitido e chiaro come se fosse ieri. Un'immagine, una frase, una parola, un gesto... e ti chiedi cosa sia cambiato da allora e come sia potuto cambiare tanto e perché... ma una risposta non c'è, non la sai trovare... e il ricordo resta lì, ti sforzi di dimenticare di nuovo per non soffrire inutilmente a causa di qualcosa che non esiste più, come quel ciliegio sul greppo...

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